Toscana

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La regione Toscana è una delle più rinomate per la produzione di vino in Italia, le viti coprono 57.942 ettari di terreno gestiti da 23.288 aziende che producono 3.726.118 quintali di uva, cioè l’equivalente di circa 2.777.595 ettolitri di vino.

I dati ISTAT evidenziano che le esportazioni di vino italiane sono rappresentate per il 17% da vini provenienti dalla Toscana, generando 902.000.000 €. Nel quinquennio 2010-2015 le esportazioni enologiche toscane sono aumentate del 9%.

Il vino toscano prodotto è ripartito grazie a tre categorie:

  • aziende agricole: il 77% delle uve vengono vinificate direttamente in aziende o vendute ad aziende agricole;
  • cantine sociali: la vendita alle cantine sociali è del 17%;
  • cantine industriali: la vendita a imprese industriali rappresenta circa il 6% dell’uva prodotta.

Storia del vino in Toscana

Si pensa che la Vitis Vinifera sia presente in Toscana da almeno 2 milioni di anni grazie a delle tracce fossili della pianta ritrovate nei travertini di San Vivaldo e vicino a Montevarchi.

Se si deve attribuire il processo di vinificazione ad un popolo, di sicuro qui in Toscana si può far riferimento agli etruschi che popolarono l’Italia centrale e producevano un vino apprezzato in molti luoghi del Mediterraneo.

La grande diffusione del consumo di vino si deve ai romani che raffinarono le tecniche di vinificazione e trasformarono il vino da prodotto di consumo delle classi privilegiate a prodotto di largo consumo fino ad arrivare ad essere considerato segreto di lunga vita e rimedio medico.

Questa diffusione del vino portò all’aumento di diversi mestieri legati al settore vitivinicolo così da evidenziare ancor più la tradizione artigianale locale toscana e valorizzando l’economia della regione.

Un periodo di arresto si ebbe durante il periodo imperiale, arrivando addirittura a un regresso durante l’Alto Medioevo dovuto alle continue lotte di potere.

La ripresa si ebbe verso il 1100 quando iniziarono a sorgere vigneti disseminati in differenti aree, come sottolineano le vie vicino a Santa Maria Novella a Firenze: Via della Vigna Vecchia e Via della Vigna Nuova.

La nascita della Corporazione della Arte dei Vinattieri si ha nel 1282, nello stesso periodo si iniziano ad avere notizie su diversi vitigni: Aleatico, Malvasia, Trebbiano e Greco.

Nel 1300 si hanno i primi accenni del Chianti, proprio in questo anno infatti venne fondata la Lega del Chianti sotto la giurisdizione di Firenze e venne creato l’emblema che ancora oggi è simbolo del Chianti Classico: il Gallo Nero.

Tra le informazioni ritrovate sui vitigni toscani troviamo:

  • nel 1550 Sante Lancerio: afferma della presenza della Vernaccia di San Gimignano, dell’ottimo Montepulciano e dei Moscatelli di Porto Ercole;
  • nel 1685 Francesco Redi nel Bacco: inserisce delle valutazioni sui vini toscani.

Grazie alla nascita dell’Accademia dei Georgofili nel 1700 si ebbe un salto di qualità sia dell’agricoltura in generale che della viticoltura in particolare. Un personaggio importante socio dell’accademia fu Bettino Ricasoli che decise di studiare nelle sue cantine degli uvaggi che permettessero di ottenere un vino più moderno rispetto al Vermiglio che era troppo corposo e denso. Ricasoli riuscì nella sua impresa permettendo alla Toscana di divenire la prima regione d’Italia a creare un vino rosso da pasto apprezzato dai consumatori.

Durante lo stesso periodo vede la sua nascita il Brunello di Montalcino grazie al lavoro di Clemente Santi, chimico e farmacista.

Nel 1960 nascono i vini Supertuscans, dei produttori crearono dei vini di corpo da uve internazionali e maturati in barrique, la loro struttura e il costo fecero sì di attribuirgli il nome di Supertuscans, infatti non potevano essere fatti rientrare in nessuna denominazione fino ad allora usata.

Il primo vino ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata fu nel 1963 la Vernaccia di San Gimignano, mentre i primi ad ottenere la DOCG nel 1980 furono il Vino Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino.

Dopo il Falerno dell’antichità, il Chianti è stato il vino che si è affermato a livello internazionale con una reputazione rilevante.

Vitigni di Toscana

La prevalenza dei vitigni toscani, l’85%, è a bacca nera, tra questi troviamo:

  • il Canaiolo
  • il Ciliegiolo
  • il Sangiovese e tutte le sue varianti.

La produzione dei Supertuscans ha inserito in Toscana altri vitigni a bacca nera internazionali come il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Pinot Nero e il Syrah.

Anche la produzione del Chianti usa, oltre al Sangiovese, il Cabernet Sauvignon e il Merlot.

Per quanto riguarda i vitigni a bacca bianca in Toscana quello maggiormente presente è il Trebbiano Toscano, successivamente vengono la Malvasia Bianca Lunga, la Vernaccia di San Gimignano e l’Ansonica.

Altro vitigno con una buona presenza è lo Chardonnay dal quale vengono prodotti vini bianchi maturati in Barrique.

Denominazioni della Toscana

La Toscana ha molte denominazioni di origine, sia DOCG che DOC, si parla in totale di 51 denominazioni. Le varie denominazioni fanno capo a zone diverse sul territorio toscano, tra cui troviamo:

  • zona del Chianti: è suddivisa in due DOCG, Chianti Classico DOCG tra Firenze e Siena e Chianti DOCG che comprende le provincie di Massa-Carrara, Livorno e Grosseto;
  • zona di Montalcino: questa è la terra del Brunello di Montalcino DOCG, della Camignano DOCG, della Vernaccia di San Gimignano DOCG, della Val di Chiana DOC e del Vino Nobile di Montepulciano DOCG;
  • confine con la Liguria: qui troviamo Colli di Luni DOC;
  • zona di Candia: abbiamo il Candia dei Colli Apuani DOC;
  • zona di Lucca: ci sono la Colline Lucchesi DOC e la Montecarlo DOC;
  • zona di Bolgheri: si trovano i Supertuscans Bolgheri DOC, Bolgheri Sassicaia DOC e Suvereto DOCG;
  • Isola d’Elba: con l’Elba DOC;
  • zona di Grosseto: qui sono presenti 8 DOC tra cui l’Ansonica Costa dell’Argentario DOC.

Le denominazioni di origine della Toscana nello specifico sono:

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