Spirits
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Alcol è una parola che deriva dall’arabo deriva dalla parola al-ghūl («spirito») o da al-kuḥl (polvere di stibnite ottenuta per sublimazione dall’antimonio). Proprio questo secondo termine mette in evidenza l’origine alchemica dell’alcol, infatti ad esso venivano riconosciute proprietà magiche e spirituali.
Le bevande alcoliche possono essere suddivise in due categorie:
- alcolici a bassa gradazione: <di 21% Vol.;
- superalcolici: con gradazione alcolica >21% Vol. .
Storia degli alcolici
Quasi tutte le civiltà conoscevano le bevande alcoliche sin dall’antichità, il loro utilizzo avveniva per diversi motivi:
- medici: poiché non c’era a disposizione acqua sicura;
- igienici: per le proprietà antisettiche dell’alcol;
- come integratore alimentare: per il contenuto di zuccheri;
- conviviali;
- come ispirazione artistica;
- come afrodisiaco.
Sulla Terra esistono dei processi naturali che sono capaci di creare sostanze alcoliche da milioni di anni e nei nostri geni è presente un gene specializzato al trattamento dell’alcol.
Gli studiosi ipotizzano che i primi contatti con l’alcol si sono avuti nel tardo Paleolitico con un assaggio occasionale dovuto a miele scaduto o un dattero o della linfa di alcune piante che per la loro componente zuccherina determina la fermentazione in modo naturale.
I primi accenni alla produzione vera e propria si hanno con riferimento alla birra su tavolette mesopotamiche che contenevano ricette per la sua produzione risalenti a 6.000 anni fa. Secondo i reperti storici è assodato che gli Egizi e Mesopotamici consumassero bevande simili alla birra già prima del III millennio a.C. .
Nell’Occidente l’alcol permetteva di sopperire alla mancanza di acqua potabile, in Oriente, poiché sin dall’antichità veniva consumato il tè con acqua bollita tale esigenza non si presentò e di conseguenza anticamente non si diffusero le bevande alcoliche.
Il processo di distillazione è piuttosto recente, si ha intorno all’VIII sec. d.C. ad opera di alchimisti islamici e ai loro epigoni come Arnaldo da Villanova e Raimondo Lullo che portarono al consumo di superalcolici con una gradazione alcolica superiore del 16% rispetto alla birra.
Secondo gli alchimisti arabi medievali il nome alcool derivava dal significato che gli veniva attribuito, cioè consisteva dello spirito vivente, simile a un demone, ottenuto grazie alla distillazione.
La diffusione di superalcolici in Europa fu rapido e persistette fino al XVII sec., momento in cui arrivarono su questi territori caffè, tè e cacao che venivano preparati con acqua bollita, quindi, sicuri e analcolici.
Con la diffusione dell’acqua potabile nel XX secolo l’abuso di alcol venne catalogato come malattia, poiché il consumo a fini medici di alcol non venne più considerato plausibile.
Dati recenti del 2013 mostrano che in Italia il 63.9% della popolazione con più di 11 anni aveva consumato almeno una volta durante l’anno una bevanda alcolica.
Generalità
Le modalità per avere una bevanda alcolica sono diverse:
- fermentazione alcolica: si ha grazie alla fermentazione dello zucchero presente nel frutto o nel cereale usato;
- distillazione (serve per avere acquavite) di:
– bevande fermentate: esempio il brandy dal vino;
– cereali o altri vegetali con alto contenuto di glucidi o amidi: per esempio la vodka da grano e patate;
– residui della produzione di bevande fermentate: esempio la grappa dalle vinacce; - assemblaggio diretto di alcol di derivazione agricola con olii essenziali distillati da erbe officinali, scorze di agrumi, frutta, ecc. o da macerazione a freddo, infusione a caldo o percolazione dell’alcol. Questi preparati poi vengono completati con sciroppo di zucchero, acqua e semmai coloranti. Questo tipo di bevande alcoliche sono chiamate liquori o amari;
- miscelazione di diversi prodotti alcolici: in questo caso si ottiene un cocktail.