Vertical Tasting come si fa e perchè è preziosa

Vertical Tasting: come si fa una degustazione verticale e perché è preziosa

Una degustazione verticale è un viaggio cronologico nella storia di un’etichetta: si mette a confronto lo stesso vino – quindi identico vitigno, parcella e cantina – attraverso diverse annate, per osservare come il tempo, la meteorologia e le scelte di vinificazione ne modellano identità e qualità. Questo format consente di isolare la variabile “millesimo” e di misurare l’evoluzione dei parametri sensoriali (colore, trama tannica, bouquet, equilibrio gustativo) man mano che la bottiglia matura. In altre parole, i calici diventano tante “istantanee” di uno stesso vino scattate in momenti diversi della sua vita, offrendo ai degustatori una prospettiva tridimensionale sul concetto di aging e sul ruolo del produttore.

A differenza di altri tipi di assaggio, la verticale svela simultaneamente la personalità del terroir e la “firma” della cantina: i partecipanti possono verificare se lo stile resta coerente o se nel corso degli anni si registrano cambi di rotta (per esempio l’introduzione di botte grande o di legno nuovo, la scelta di lieviti indigeni, l’ingresso di nuove parcelle). Oltre all’aspetto sensoriale, la verticale ha una valenza documentaria: un’annata eccezionale o difficile resta impressa nelle bottiglie così come un anello degli alberi conserva i segni di una stagione siccitosa.

Definizione e obiettivi principali

Una verticale è l’assaggio dello stesso vino di annate differenti, tipicamente dello stesso produttore – ciò che cambia è solo l’anno di vendemmia. L’intento primario è triplice:

  1. Studiare l’evoluzione naturale del vino – Come i tannini si polimerizzano e si ammorbidiscono, come i profumi passano dai toni primari di frutta fresca alle nuance terziarie (cuoio, spezie, sottobosco) e come il colore vira su tonalità più scariche.
  2. Leggere il millesimo – Confrontare annate calde, piovose o “classiche” aiuta a cogliere l’impronta climatica e a capire perché certi anni vengono celebrati dai critici mentre altri restano sottovalutati.
  3. Verificare la coerenza stilistica – Una verticale rivela se e come la filosofia della cantina si sia modificata (p.e. riduzione dell’uso del rovere, vendemmia più precoce, conversione al biologico).

In genere un flight varia da tre a dieci annate, servite dal millesimo più giovane al più vecchio (o viceversa, a seconda della concentrazione aromatica) per mantenere leggibile il crescendo di complessità. Per il produttore la degustazione è anche uno strumento di ricerca e sviluppo: mettere a confronto i propri “figli” enologici di diverse epoche aiuta a calibrare le future scelte di vigna e di cantina.

Per collezionisti e investitori, costruire una verticale – acquistando ogni nuova uscita e cercando le vecchie bottiglie sul mercato secondario – è un modo per monitorare il potenziale di rivalutazione e proteggere il capitale enologico da annate deboli o stili altalenanti.

Differenza tra degustazione verticale e orizzontale

Nella verticale si assaggia un’unica etichetta attraverso annate diverse; nella orizzontale si degustano vini della stessa annata ma di produttori o cru differenti. La prima illumina l’asse temporale, la seconda la dimensione geografico-stilistica.

Esempio pratico: una verticale di Château Margaux dal 1996 al 2010 permette di valutare l’effetto dell’andamento climatico bordolese e delle scelte enologiche della famiglia Mentzelopoulos; una orizzontale di Barolo 2019 fra diversi cru (Cannubi, Bussia, Vigna Rionda) evidenzierà invece la diversità dei suoli e delle interpretazioni dei singoli vignaioli.

Sul piano professionale, la scelta fra verticale e orizzontale dipende dalla domanda a cui si vuole rispondere: il sommelier che deve consigliare l’annata migliore di un’etichetta userà la verticale; chi vuole confrontare lo stile di varie maison in un millesimo iconico (es. Champagne 2008) opterà per la orizzontale.

Quando ha senso organizzare una verticale

Celebrazioni e marketing – Molte cantine propongono verticali in occasione di anniversari o lanci: la Winery at Bull Run, ad esempio, ha festeggiato i 10 anni con una verticale di Viognier che ha coinvolto vecchie medaglie d’oro e l’ultima release, trasformando il tasting in un evento narrativo per fan e stampa.

Formazione e ricerca – Verticali interne permettono agli enologi di verificare l’efficacia di nuove tecniche (p.e. uso di lieviti indigeni) e di calcolare l’orizzonte di consumo ottimale prima di consigliare il mercato: un’analisi comparativa dei parametri (acidità, pH, tannino) su più millesimi fornisce dati preziosi per migliorare la qualità futura.

Case study iconici – Nel mondo del fine wine, le grandi verticali (Château Margaux 1982-2010, Sassicaia 1975-oggi) sono appuntamenti-manifesto per critici e investitori: offrono dati storici sull’evoluzione del punteggio in guida e spingono verso l’alto la reputazione (e le quotazioni) del brand.

In tutte queste situazioni, la degustazione verticale non è solo un esercizio tecnico ma un racconto immersivo che intreccia agronomia, storia aziendale e meteorologia, regalando un punto di vista privilegiato sul “diventare” del vino.

Preparare la degustazione

Organizzare una degustazione verticale di qualità richiede pianificazione meticolosa: dalla scelta del produttore alle condizioni di conservazione, dagli strumenti di servizio al setting dell’ambiente. L’obiettivo è eliminare tutte le variabili che possano interferire con l’analisi comparativa delle annate, garantendo trasparenza di provenienza e coerenza di temperatura, illuminazione e porzione di assaggio

Scelta del produttore e delle annate

Scegliete innanzitutto un vino-simbolo—la cuvée di riferimento di un’azienda—e reperite tre fino a sei annate significative: consecutive, di annate “chiave” (grandi millesimi, annate difficili) o di cicli decennali. Iniziare “in piccolo” semplifica la logistica e mantiene alta la concentrazione dei degustatori. Degustare in ordine cronologico aiuta a leggere il graduale incremento di complessità, ma molti professionisti servono dai vecchi ai giovani quando i vini maturi sono delicati e rischiano di essere sovrastati. 

Reperimento e conservazione delle bottiglie

Per reperire vecchie annate occorre verificare provenienza e condizioni di stoccaggio:

  • Case d’asta certificate e negozi specializzati garantiscono controlli su livello, stato del tappo e storia della bottiglia. 
  • Prima del servizio, tenete le bottiglie in cantina o in frigo cantina a 12-14 °C e 70 % di umidità; ponetele in piedi 24–48 h prima per far sedimentare i precipitati. 
  • In caso di spedizioni, preferite corrieri refrigerati o periodi dell’anno freschi per evitare shock termici.

Queste accortezze riducono il rischio di ossidazioni o difetti di sughero che comprometterebbero l’intera verticale.

Strumenti indispensabili

  • Bicchieri: il calice ISO/INAO da 210 ml rimane lo standard tecnico perché concentra gli aromi e facilita il confronto. Per vini complessi sono ideali bicchieri universali tipo tulipano.
  • Decanter: i vini giovani beneficiano di 1-2 h di ossigenazione; per i vini oltre i 10 anni si decanta solo per separare il sedimento, con versamento lento alla luce di una candela.
  • Cavatappi a leva o sommelier, tappi da degustazione, secchielli con ghiaccio per mantenere i bianchi a 10 °C e i rossi a 16-18 °C.
  • Schede d’assaggio (cartacee o app) standardizzano la raccolta di dati su colore, naso e palato.

Un set uniforme di calici e un decanter adeguato assicurano che l’unica variabile percepita sia l’annata.

Numero di partecipanti e setting dell’ambiente

Un gruppo di 6-12 persone consente porzioni da 2 oz (≈60 ml) con una bottiglia, favorendo discussione senza eccesso di alcol.

L’ambiente deve essere:

  • Neutro nei colori e privo di odori (niente candele profumate o cibo in sala).
  • Illuminato con luce bianca neutra (≈4 000 K): studi dimostrano che il colore della luce può alterare la percezione di aromi e acidità.
  • Temperato a 20-22 °C, con superfici chiare per valutare il colore.

Disponete i calici in linea o semicerchio, numerate le bottiglie e fornite secchielli da sputo: la metodologia di servizio e il comfort visivo sono elementi chiave per una degustazione verticale rigorosa e memorabile.

Metodologia di assaggio passo-passo

Una degustazione verticale ben condotta non lascia nulla all’improvvisazione: dall’ordine di servizio alle schede di valutazione, ogni dettaglio dev’essere codificato per garantire che l’unica variabile in gioco sia l’annata. I professionisti seguono protocolli mutuati da OIV, ISO 3591 e dal WSET Systematic Approach to Tasting (SAT), così da ottenere dati comparabili e ripetibili.

Ordine di servizio delle annate e temperature consigliate

  • Sequenza cronologica – Servire dal più giovane al più vecchio aiuta a percepire la progressiva complessità delle note terziarie; l’inverso (vecchio→giovane) evita che i tannini robusti dei vini giovani oscurino la finezza degli anni maturi. Entrambe le soluzioni sono corrette purché ci si mantenga coerenti per l’intero flight. 
  • Porzione standard – 60 ml (≈2 oz) consentono più passaggi di assaggio senza affaticare il palato.
  • Temperature di servizio
    • Bianchi: 7–13 °C (light-body sotto i 10 °C, full-body fino a 13 °C)
    • Rossi: 15–18 °C (i più strutturati anche 18 °C)
    • Spumanti o vini fortemente acidi: 6–8 °C.
  • Stabilizzazione – Tenere le bottiglie in frigo-cantina, estrarle un’ora prima, asciugarle per evitare condensa e posizionarle in secchielli termici se la sessione supera i 30 minuti.

Tecniche di valutazione visiva, olfattiva e gustativa

  1. Fase visiva – In un calice ISO (210 ml, coppa a tulipano) valutare limpidezza, intensità e tonalità (lemon, ruby, garnet…) sotto luce neutra da 4 000 K.
  2. Fase olfattiva – Eseguire due rotazioni: leggera per i vini vecchi (per non disperdere aromi delicati) e vigorosa per i giovani. Identificare aromi primari, secondari, terziari secondo la griglia SAT (p.e. frutta rossa, spezie, cuoio).
  3. Fase gustativa – Valutare dolcezza, acidità, tannino, alcol, corpo, intensità aromatica e lunghezza; annotare lo stato evolutivo (giovane, in sviluppo, maturo, declinante).
  4. Riposizionamento – Fra un calice e l’altro sciacquare bocca con acqua a temperatura ambiente e pane neutro per azzerare il palato.

Questo approccio, codificato da OIV e WSET, consente di trasformare la percezione soggettiva in un’analisi oggettiva e comparabile.

Compilare le note: schede, app e sistemi di punteggio

  • Schede cartacee OIV/WSET – Strutturano le osservazioni in campi obbligatori (vista-naso-palato) con scale qualitative da 1 a 5 o da 0 a 3.
  • Punteggi numerici:
    • 100-point scale (Parker, CellarTracker) suddivide in fasce A+, A, B…
    • 20-point scale (OIV, alcune competizioni).
  • App:
    • CellarTracker: archivio comunitario e calcolo media punteggi; utile per verificare l’andamento delle annate.
    • Vivino: scansione etichette e rating crowd-sourced, ottimo per consultare prezzi di mercato. vivino.com
    • WSET Tasting Notes App: replica digitale della griglia SAT e salva i dati in cloud.

Il vantaggio della digitalizzazione è poter esportare le note in Excel, generare grafici di evoluzione e condividerli con il gruppo.

Discussione collettiva e confronto tra i degustatori

La fase finale punta a “calibrare” i palati:

  • Confronto aperto – Ogni partecipante presenta la propria scheda; si discutono difformità e si cercano aromi comuni (consenso) e note uniche (insight individuali).
  • Blind vs open – Una sessione blind riduce i preconcetti, ma rivelare l’annata dopo l’assaggio arricchisce la comprensione del fattore tempo
  • Facilitatore – Un moderatore esperto sintetizza i dati, evidenzia trend (p.e. annata calda = alcol più alto) e assegna un profilo evolutivo a ciascun millesimo.
  • Tasting group continuity – Gruppi stabili, fisici o virtuali, permettono di allenare la memoria sensoriale e di creare uno storico di note condivise.

Discutere apertamente le percezioni non solo affina il lessico, ma svela come il tempo, il terroir e la mano del vignaiolo interagiscano per forgiare l’identità di un vino lungo le sue diverse annate.

Cosa cercare in una degustazione verticale

Una verticale è un laboratorio sensoriale: degustando annate diverse dello stesso vino si “spacchetta” il ruolo di tempo, clima e mano del produttore. Per cogliere davvero la ricchezza di informazioni nascosta nei calici, occorre osservare quattro dimensioni chiave: evoluzione aromatica, impronta climatica, pratiche di cantina e potenziale di invecchiamento.

Evoluzione aromatica e complessità nel tempo

Durante l’affinamento, i tannini si polimerizzano e i composti aromatici primari (frutta fresca, fiori) si trasformano in aromi terziari di cuoio, tabacco, sottobosco. Il colore vira dal rubino al granato, mentre la struttura si ammorbidisce. I testi specialistici descrivono l’invecchiamento come un “dialogo” fra fenoli, ossigeno e anidride solforosa, che genera complessità crescente e, oltre un certo limite, declino ossidativo.

Come riconoscerlo in verticale

  • Le annate giovani mostrano frutto croccante e tannino graffiante.
  • Le medie età presentano un mix di secondari (spezie dolci, tostatura) e prime note terziarie.
  • Le più vecchie rivelano profumi di sottobosco, funghi, cuoio con tannini setosi e finale lungo.

L’osservazione del passaggio fra queste fasi permette di definire la curva evolutiva del vino e di determinare quando raggiunge il suo plateau qualitativo.

Impatto dell’andamento climatico di ciascuna annata

Il millesimo è il “meteo imbottigliato”: temperature, precipitazioni e soleggiamento condizionano zuccheri, acidità e spessore fenolico. Annate calde generano alcol più alto, frutto maturo e pH elevato; annate fredde producono profili più acidi, tannini spigolosi e alcol moderato. Vini dello stesso château possono così assumere caratteri molto diversi a seconda dell’anno, spiegando perché nei report dei critici certe vendemmie ricevano valutazioni stellari mentre altre restino tiepide.

Cosa osservare

  • Confronto fra millesimi “caldi” (es. 2010 Bordeaux) e “classici” (es. 2014) per cogliere la variazione di corpo, alcol e freschezza.
  • Coerenza o discrepanze tra giudizi di mercato e percezioni personali: la verticale smaschera i pregiudizi da etichetta.
  • Tracciare l’evoluzione del climate change: negli ultimi vent’anni molte denominazioni mostrano picchi di alcol in vendemmie torride (es. Rioja 2022). 

Influenza delle pratiche di cantina e stile del produttore

La verticale evidenzia le scelte enologiche (o loro cambiamenti) nel tempo:

Fattore di cantinaEffetto percepibile in verticaleIndicatori sensoriali
Legno nuovo vs. grande bottiIncremento di vaniglia, cocco, tannino da querciaAnnate in cui cambia la quota di rovere
Tecniche di estrazione (pigeage, délestage)Più o meno struttura e coloreTannino più vellutato o più ruvido
Fermentazioni spontaneeMaggiore complessità aromatica, note di spezie o fioriDifferenza netta dopo la conversione biodinamica
Affinamento sulle fecceAumento di corpo e sensazione cremosa nei bianchiSentori di pan brioche, nocciola

Studi di cantine californiane mostrano come l’introduzione di barrique di tostatura media abbia modificato la percezione di spezie dolci in verticali di Cabernet Sauvignon; allo stesso modo, l’adozione di lieviti indigeni ha enfatizzato note floreali in annate più recenti di Riesling tedesco.

Identificazione del potenziale di invecchiamento

Valutare longevità significa individuare i “motori” che sosterranno il vino negli anni:

  • Acidità: concentrazioni elevate (pH ≤ 3,4) sono correlate a maggiore stabilità aromatica. 
  • Tannino: quantità e qualità (matière fine) rallentano l’ossidazione; tannini ben maturi polimerizzano formando struttura setosa.
  • Alcol e zuccheri residui: aiutano a proteggere da microrganismi e contribuiscono alla dolcezza percepita nelle fasi mature.
  • Equilibrio complessivo: la balance fra componenti, più che il singolo parametro, è citata dai sommelier GuildSomm come il vero indicatore di vita lunga. 

In una verticale, i vini che mostrano ancora frutto definito, acidità vibrante e tannini integri nelle annate più vecchie segnalano un potenziale di altri 5-10 anni; quelli già bruniti, con frutto appassito e finale corto, invitano invece a essere stappati presto.

Analizzando in parallelo questi quattro fattori – aromi, clima, stile di cantina e longevità – la degustazione verticale diventa uno strumento potentissimo per raccontare la storia liquida di un vino e prevederne il futuro.

Organizzare una verticale a casa o nel locale

Mettere in scena una degustazione verticale domestica (o in enoteca) significa bilanciare ricerca delle vecchie annate, logistica di servizio, abbinamenti gastronomici e coinvolgimento del pubblico. L’obiettivo è ricreare, in un ambiente informale, lo stesso rigore sensoriale delle masterclass professionali, ma con un tocco di convivialità che trasformi l’esperienza in un piccolo evento. 

Gestione del budget e ricerca delle vecchie annate

Organizzare una verticale non deve per forza prosciugare il portafogli. Un “mini-flight” di tre annate dello stesso vino – il formato suggerito da Stags’ Leap Winery – consente di cogliere le differenze senza investire capitali da collezionista.

Fonti di approvvigionamento

  • Cantine storiche e release dirette: molte aziende offrono “library releases” a prezzo calmierato per i membri del wine club.
  • Case d’asta online: alcune piattaforme permettono di fare offerte mirate; leggete sempre le note su livello, condizioni del tappo e storia di stoccaggio.
  • Enoteche specializzate: cataloghi filtrabili per annata e stato conservativo evitano costi di intermediazione e riducono il rischio di bottiglie “cotte”.

Ripartire i costi

  • Suddividere la spesa tra 6-12 partecipanti garantisce porzioni da 60 ml e mantiene il costo individuale accessibile.
  • Impostare una quota pro-rata differente tra entry-level (annata giovane), mid-tier e bottiglia “iconica” matura aiuta chi ha budget differenti a partecipare comunque.

Salvaguardare l’investimento

  • Richiedete sempre ricevute e foto ad alta risoluzione delle bottiglie.
  • Conservate le casse a 12-14 °C e 70 % UR almeno due settimane prima dell’evento per stabilizzare eventuali sedimenti.

Logistica di servizio: apertura, ossigenazione, temperature

Apertura e ispezione

Per tappi fragili usate cavatappi a lamelle (Ah-So); tenete a portata un filtro a trama fine nel caso di residui.

Decantazione mirata

I vini con più di 10 anni vanno decantati sul momento, solo per separare il deposito; quelli giovani possono beneficiare di 1-2 h di ossigenazione vigorosa .

Temperature di servizio

Bianchi strutturati: 10-13 °C; rossi di medio corpo: 15-16 °C; rossi importanti: 17-18 °C. Servire troppo freddo inibisce l’espressività aromatica, troppo caldo enfatizza l’alcol.

Setup del tavolo

  • Disporre i calici in linea con etichette coperte (se blind) e cartellini numerati.
  • Prevedere luce neutra 4 000 K, tovaglie bianche e secchielli termici.

Creazione di abbinamenti gastronomici mirati

Un food-pairing calibrato amplifica le differenze tra annate.

Stadio evolutivoStile di piatto consigliatoEsempi pratici
Annate giovani (frutto vivo, tannino deciso)Finger food ricchi di proteine che “addomesticano” i tanniniMini burger di manzo, crostini con roast-beef e senape
Annate intermedie (mix primari/secondari)Piatti dal profilo umami moderatoFunghi trifolati, tataki di tonno, formaggi semi-stagionati
Annate mature (terziarie, tannino setoso)Cibi a bassa intensità e alta complessità aromaticaPaté de foie gras, risotto al tartufo, Parmigiano 36 mesi

Idee di menu domestico: da radici al burro fino a duck confit e croque monsieur per verticali di Pinot Noir, come suggerito da cuochi appassionati; oppure insalata fragole-blue cheese e crostoni al formaggio per verticali di Rosé o Pinot Grigio. Ricordate di mantenere le pietanze in porzioni tapas, servite dopo il tasting tecnico per evitare saturazione del palato.

Coinvolgere i partecipanti: inviti, materiali, follow-up

Inviti smart

Create un evento digitale (WhatsApp, Mailchimp) con scheda tecnica delle annate e note sul dress code “smart casual”.

Schede digitali e gamification

  • Piattaforme come EtOH Digital o app proprietarie trasformano il tasting in un’esperienza interattiva: QR-code sul tavolo, rating in tempo reale, classifica di fine serata (etoh.digital).
  • Soluzioni “white-label” integrate con analytics aiutano locali e cantine a profilare i gusti dei clienti e a inviare offerte mirate post-evento (zigpoll.com).

Follow-up

  • Entro 24 h inviate a tutti un PDF riepilogativo con foto, media punteggi e link di acquisto delle annate preferite.
  • Chiedete un feedback rapido (survey a 5 stelle) per misurare la soddisfazione e migliorare i prossimi eventi.

Gestendo con cura questi quattro tasselli – budget, servizio, abbinamenti e coinvolgimento – la vostra degustazione verticale diventerà non solo un esercizio didattico, ma un’esperienza da ricordare e replicare.

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