Sono diversi gli appassionati di vini che si chiedono se esiste un bicchiere che si adatti perfettamente alla degustazione di ogni tipologia di vino, in modo tale da avere uno strumento adatto per ogni occasione. Differentemente da quel che si può pensare esiste realmente tale prodotto, visto che il mercato di riferimento mette a disposizione il calice da vino ISO. Un professionista del settore non può, quindi, fare a meno di possedere questo particolare bicchiere per fare al meglio il proprio lavoro.
La storia del calice ISO da degustazione
Le origini del calice ISO risalgono alla metà del secolo scorso, quando un famoso enologo del tempo, Jules Chauvet, effettuò una serie di studi mirati per cercare di ideare un bicchiere in grado di far degustare qualsiasi vino nel miglior modo possibile. Infatti, l’enologo francese fu uno dei primi a capire che tanto la forma quanto la dimensione del calice ricoprissero un ruolo fondamentale nella degustazione, in quanto questi parametri influenzano sensibilmente la percezione degli aromi.
In particolare, Jules Chauvet era giunto alla conclusione che fosse di estrema importanza trovare il miglior rapporto possibile tra la quantità di vino presente nel calice e la porzione di superficie esposta all’aria.
L’enologo sosteneva che soltanto ricercando tale rapporto si potesse avere una degustazione completa che consentisse di sentire tutti i reali profumi del vino di riferimento.
Al termine di questi studi lo staff guidato da Chauvet ideò un calice con delle dimensioni e delle caratteristiche ben precise, capaci di andare a esaltare tutte le potenzialità del vino. In tal modo, coloro che hanno la possibilità di sorseggiare un vino da questo bicchiere possono effettuare una degustazione degna di nota, arricchita da un esame olfattivo senza eguali.
In realtà, è bene specificare che queste misure furono ufficialmente codificate solo negli anni settanta, quando l’ISO (International Standards Organization) si occupò di definire le forme e le caratteristiche del bicchiere ideato da Chauvet. A causa di tutto ciò, oggigiorno al calice in questione viene affiancato l’acronimo ISO, piuttosto che il nome del suo inventore.
Si evince facilmente che nel corso degli anni sono state progettate numerose tipologie di bicchiere, ognuna appositamente pensata per degustare in maniera efficiente un determinato tipo di vino. Questo processo innovativo, però, non ha fatto tramontare il calice ISO, in quanto si tratta di bicchiere ideato con lo scopo di essere perfettamente adatto a tutte le diverse varietà di vino.
Che cos’è e quali sono le caratteristiche del calice ISO?
Per conoscere in maniera approfondita questa tipologia di bicchiere da vino è opportuno capire con precisione quali siano le dimensioni e le caratteristiche principali, partendo dal tipo di materiale utilizzato per la realizzazione.
Il calice ISO viene prodotto con del vetro mezzo cristallo o in alternativa con un vetro sonoro superiore. Nel primo caso si tratta di un materiale che contiene circa il 9% di ossido di piombo, mentre nel secondo frangente sono presenti delle piccole quantità di ossido di piombo, zinco, potassio e bario.
Naturalmente, in entrambe le circostanze si tratta di un vetro liscio e trasparente, privo di qualsiasi scritta, che può contare su uno spessore sottile di circa 1 mm.
La forma del calice, invece, viene definita a tulipano, dal momento che il diametro massimo, nella parte centrale del bicchiere, è di circa 65 mm, mentre quello minimo, nella zona alta, è di circa 46 mm. Inoltre, l’altezza totale si attesta intorno ai 155 mm, in quanto lo stelo è lungo 55 mm e la coppa misura 100 mm. Infine, un calice di ISO che rispetti tutti i parametri deve avere una capacità compresa in un range che dai 210 ai 225 ml.
Come utilizzare un calice ISO?
Per avere un’esperienza olfattiva e degustativa degna di nota è importante che il calice in questione venga utilizzato nel migliore dei modi, prestando particolare attenzione ad alcuni dettagli fondamentali.
Prima di tutto è essenziale versare nel calice il quantitativo giusto di vino, in quanto per sentire nella maniera più corretta l’aroma dei profumi è opportuno che il vino raggiunga il diametro massimo del bicchiere, visto che in questo particolare punto si riesce ad avere un maggiore contatto del vino con l’aria. In particolare, la quantità da versare consigliata è di 50 ml, dal momento che con tale quantitativo si riesce più facilmente anche a effettuare una rotazione del vino presente nel calice in maniera sicura e funzionale.
In ogni caso, qualsiasi sia il bicchiere utilizzato, è consigliabile non versare mai più di 100 ml di vino, visto che in questo modo risulta praticamente impossibile effettuare una degustazione e, di conseguenza, percepire gli aromi del vino in questione.
In aggiunta a ciò, è bene sottolineare il fatto che prima di utilizzare il bicchiere è doveroso svolgere con cura tutte le operazioni inerenti alla pulizia e all’igiene del calice.
Nello specifico, bisogna effettuare un primo lavaggio a mano con acqua calda, utilizzando l’aceto. Successivamente si deve risciacquare il calice con dell’acqua distillata, in modo tale da andare a eliminare qualsiasi presenza di calcare o di altre sostanze. In definitiva, è opportuno segnalare che, nonostante il calice ISO sia considerato come un bicchiere che si adatta a qualsiasi tipologia di vino, lo strumento in questione non è particolarmente consigliato per degustare gli spuntanti e le bollicine in generale.
Infatti, tali vini preferiscono un bicchiere che abbia una pancia più ristretta, in grado di andare a esaltare le bollicine del nettare. In particolare, con un calice ISO non si può effettuare una valutazione precisa dello spumante, dal momento che l’anidride carbonica presente si libererebbe troppo velocemente all’interno del bicchiere.
Concludendo, si può quindi affermare che il calice ISO è adatto per tutti i vini, a esclusione di quelli che contengono bollicine, visto che in questo frangente è più opportuno utilizzare un bicchiere flûte.