Esame visivo del vino: il primo passo della guida per imparare a degustare il vino

Esame visivo del vino: il primo passo della guida per imparare a degustare il vino

Com’è noto, l’impatto visivo del vino è il primo, fondamentale approccio di qualsiasi persona che si appresta a degustare questa bevanda, la cui colorazione è già in parte indicativa di aroma e sapore.

Un’analisi del genere, oltre a far capire se ci si trova di fronte a un vino bianco, rosso oppure rosé, offre anche l’opportunità di valutare se il prodotto è maturo o giovane, se è denso o leggero e di osservare eventuali bolle e perlage per discriminare tra uno spumante oppure un vino appena mosso.

I mezzi per effettuare un perfetto esame visivo del vino prevedono innanzi tutto che la bottiglia sia mantenuta in condizioni termiche ideali (temperatura di servizio), che si trovi in posizione verticale da almeno un’ora, che il calice di degustazione sia pulito e privo di residui e che la superficie d’appoggio sia ricoperta da una tovaglia bianca.

Dopo aver stappato la bottiglia bisogna pulire il suo apice e controllare che il tappo sia integro avendo cura di annusarlo per valutare il tipo di aroma emanato.

Se il profumo che emana è tipico del vino si può procedere, se invece odora di sughero è meglio interrompere l’operazione.

A questo punto si può versare una piccola quantità di liquido nel calice, che deve essere roteato più volte per far aderire il vino alla superficie e quindi analizzarne il colore e l’aspetto.

È necessario poi afferrare la porzione terminale dello stelo inclinandolo leggermente in avanti per fare in modo che la luce possa attraversarlo del tutto per poi analizzarlo dopo averlo posto su uno sfondo bianco (va bene una tovaglia ma può bastare un semplice foglio di carta).

Il liquido deve essere limpido e privo di impurità che potrebbero contribuire a modificarne i requisiti organolettici, tra cui appunto il colore, derivante non soltanto dal tipo di uva, ma anche dal terreno di coltura.

Infatti i terreni pesanti e argillosi tendono a scurire il vino, mentre quelli scarichi a base sabbiosa lo scoloriscono.

Analisi visiva del vino rosso

Il colore dei vini rossi, che dipende dalla loro concentrazione di pigmenti, è variabile: infatti mentre nella fase iniziale essi assumono una tonalità porpora, col passare del tempo tendono al rubino, al granato e al rosso mattone (con sfumature aranciate).

Una simile trasformazione cromatica dipende dal fatto che, appena spremuti, gli acini sono ricchissimi di antociani, polifenoli e tannini, tutti composti naturali coloranti che, nel tempo, si affievoliscono per ossidazione.

Inoltre le particelle pigmentanti tendono a depositarsi sul fondo della bottiglia, spegnendo il colore del vino.

Ovviamente non tutti i vini si comportano nello stesso modo, dato che alcuni nascono già densi, corposi e intensamente colorati, mentre altri rimangono chiari e limpidi anche dopo anni d’invecchiamento.

Tuttavia, per valutare correttamente un vino rosso è sempre consigliabile osservarlo dal bordo del calice, considerato il punto più significativo.

Bisogna infatti evitare che qualsiasi interferenza si frapponga tra il liquido e l’osservatore, per avere analizzare al meglio questa bevanda.

Analisi visiva del vino bianco

Leggero (light), medio (medium) e forte (full) sono le tre classificazioni generali che distinguono i vini bianchi, molto più poveri di tannini, antociani e fenoli ma ricchi di pigmenti prodotti dal diverso grado di maturazione dei grappoli.

A differenza del vino rosso che deriva da macerazioni lunghe e complesse, quello bianco viene prodotto con uve vendemmiate precocemente e quindi più acide e meno opulente.

Le gradazioni cromatiche di questi vini variano dal bianco avorio al giallo paglierino al verdognolo fino ad arrivare al brunito: se un prodotto ha una tonalità intensamente dorata, con ogni probabilità si tratta di un vino ottenuto da acini ricchi di polifenoli.

Il colore dei bianchi non indica tanto la loro provenienza quanto invece il grado di maturazione del vitigno, e pertanto deve essere considerato un requisito da associare ad altri caratteri.

I vini passiti, che cromaticamente assomigliano alll’ambra e al miele di castagno, si distinguono per densità e consistenza che non sono tipiche dei vini bianchi.

Il loro aspetto corposo è riscontrabile fin da una prima analisi superficiale in quanto si muovono molto lentamente nel calice.

I vini fortificati, come il Marsala e il Madeira, infine, hanno subito un lungo processo di ossidazione e pertanto appaiono particolarmente scuri.

Analisi visiva degli spumanti

Analogamente all’analisi dei vini bianchi, anche quella degli spumanti deve valutare il colore e la limpidezza a cui si aggiungono il perlage e l’effervescenza, un requisito derivante dalla rifermentazione.

Quanto più sono concentrate le bollicine, tanto maggiore è la percentuale di anidride carbonica dello spumante.

Qual’é lo scopo di analizzare visivamente i vini?

Osservare visivamente qualsiasi vino è un’operazione che ha lo scopo di definire fin da subito alcuni caratteri distintivi, che verranno poi confermati dalla sua palatabilità.

Una volta versato nel calice, il liquido non deve essere roteatp troppo a lungo per evitare il rischio di un’eccessiva ossigenazione che potrebbe alterarne aroma e sapore.

La densità di un vino dipende dalla sua concentrazione di alcol etilico, di glicerolo (da cui deriva la maggiore o minore morbidezza del liquido), di polifenoli e di zucchero.

Se gli archetti che si formano oscillando il bicchiere sono ampi e irregolari di solito significa che il vino è povero di glicerolo e quindi non è morbido, è scarsamente alcolico e poco denso.

Se al contrario gli archetti sono irregolari e lenti, il liquido è pesante, corposo, molto ben strutturato e con un notevole grado di alcol.

Oltre al colore, un altro aspetto da valutare con attenzione è la limpidezza, che dipende dalla maggiore o minore concentrazione di residui.

Una caratteristica del genere, che fino a qualche tempo fa veniva considerata fondamentale ai fini della valutazione del prodotto, attualmente è stata molto ridimensionata in quanto anche vini torbidi e ricchi di particelle visibili sono considerati di pregio.

Ovviamente i residui non devono essere troppo abbondanti, ma controllati grazie all’impiego del decanter, uno strumento indispensabile per evitare il rischio d’inquinamento.

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